Dall'Ara. Renato sono io

Marco Tarozzi
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Editore: Minerva Edizioni (Bologna)
Collana: Inchiostro rossoblù
Codice EAN: 9788833244419
Anno edizione: 2021
Anno pubblicazione: 2021
Dati: 182 p., ill., brossura

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Descrizione

Un presidente tanto amato nella città di Bologna: Renato Dall’Ara, presidente del Bologna dello scudetto del 1964, viene raccontato a 360°attraverso i racconti di chi l’ha conosciuto direttamente. Dalle dichiarazioni dei giocatori che l’hanno avuto come presidente a quelle dell’allenatore e del direttore sportivo, e poi gli amici e i parenti che sveleranno il suo lato privato e poco conosciuto.

Renato Dall’Ara è stato il presidente più vincente della storia del Bologna. E anche il più longevo, perché ha retto il timone di una delle società più blasonate del calcio italiano per trent’anni. Un dirigente che ha segnato un’epoca, non solo per i colori rossoblù: lo ha riconosciuto la Figc, eleggendolo nella propria Hall of Fame nel 2017. Su di lui si è scritto e detto tanto, e l’aneddotica sul personaggio si è spesso fatta caricatura, talvolta trasformando la leggenda in realtà. Ma tutto quello che sappiamo sulla sua vita parte dal 1934, l’anno in cui decise di ascoltare le sirene che lo spingevano verso la guida del Bologna. E prima? Chi era, prima, Renato Dall’Ara? Un ragazzo cresciuto a Reggio Emilia, in una periferia che aveva ancora l’aspetto di campagna; un giovane uomo con l’occhio lungo e il bernoccolo degli affari; un imprenditore che in meno di una decina d’anni costruì il suo piccolo impero, tra via Boldrini e via Amendola. E già prima di scendere in campo, un appassionato dei colori rossoblù. Trent’anni sono un soffio di vento o un’eternità, dipende dall’angolo di osservazione: per lui sono stati una ragione di vita, di amore per la sua squadra e per i suoi “ragazzòli”, perché i suoi giocatori erano i figli che non aveva potuto avere. Anche di morte, perché quel 3 giugno 1964 cadde battendosi per un ideale di calcio che vedeva soffocato dalle grandi potenze metropolitane. Adesso è lui a raccontarci idealmente la sua storia. Insieme a quelli che lo hanno conosciuto bene, dentro il mondo del pallone ma anche appena fuori, nella vita di ogni giorno.