Mio fratello si chiama Jessica

Mio fratello si chiama Jessica è un romanzo per ragazzi pubblicato recentemente. La tematica centrale del libro, il transgenderismo, viene affrontata con molto tatto e sensibilità: Boyne riporta, attraverso il punto di vista di un tredicenne, la realtà così come egli la vede e la vive, tentando di scardinare quei pregiudizi ancorati saldamente alla mentalità della società odierna e smuovendo nei lettori tutta una serie di domande, alle quali, nel corso della storia, viene data una risposta. Quando Jason decide di confessare alla propria famiglia di sentirsi nato nel corpo sbagliato, la notizia fa scalpore e manda in panico tutti i suoi famigliari, che gli intimano di tornare a essere ciò che era, a essere "normale". Coloro che avrebbero dovuto sostenerlo, capirlo e amarlo, si sono dimostrati invece degli individui privi di comprensione e rispetto per l'altro, degli egoisti che non pensano ad altro che alla propria carriera lavorativa e che vogliono a tutti i costi un figlio che rispecchi i canoni della "normalità". Mio fratello si chiama Jessica tratta un tema complesso e, attraverso una delicatezza ed emotività speciale, descrive la storia di una famiglia tutt'altro che felice, che ostacola la costruzione e l'esprimersi dell'identità del proprio figlio. Boyne ha deciso di sviluppare questa storia senza far finta che vada tutto bene, mostrando a tutti i lettori che non si tratta di un cammino facile da intraprendere, in particolar modo a causa della diffidenza e dell'ignoranza delle persone che circondano i/le giovani transgender. Tutta la storia la leggiamo dal punto di vista di Sam, il fratello minore di Jessica, ed è quindi contraddistinta da una scrittura molto semplice, fluida e scorrevole, adatta a spiegare la diversità anche ai più piccoli. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che vogliono conoscere il coraggio e l'onestà dei/delle giovani transgender e a coloro che faticano ad accettare chi è "diverso".