Archeologia viva (2022). Vol. 211

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Editore: Giunti Editore
Codice EAN: 9788809953741
Anno edizione: 2022
Anno pubblicazione: 2022
Dati: brossura

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Descrizione

«Una grande varietà di temi caratterizza questo numero della rivista. Si inizia con il Disco celeste di Nebra, rivoluzionario nel delineare il "bagaglio scientifico" di cui disponevano in Europa le società dell'età del Bronzo. Si tratta di un reperto che continua a far discutere per la complessità dei suoi simboli. Giustamente l'autrice dell'articolo - che pubblichiamo nel ventesimo anniversario del recupero del Disco dal buio della clandestinità - segue la via maestra del metodo per darne una lettura sostanziata, quella del suo inserimento nell'ambito delle scoperte archeologiche nelle regioni centrali del Continente e nel quadro politico e sociale dell'epoca. Torniamo poi nelle Marche, in una località sconosciuta a molti, Piane di Falerone, dove duemila anni fa fiorì una città ricca e popolosa, sepolta dal tempo, che AV suggerisce senz'altro per una visita ai luoghi che videro la romanità nelle terre dei Piceni. Parliamo poi di palafitte ai piedi delle Alpi, questa volta prendendo in esame i laghi del Varesotto. Quindi ci spostiamo in Georgia per seguire le indagini che una missione georgiano-italiana sta conducendo nel Javakheti, una magnifica eco-regione praticamente ignota agli Europei di oggi, sospesa per secoli su un canale di transito fra continenti che ne segnò l'esistenza. Poi uno sguardo all'infanzia nel mondo romano, in occasione della coinvolgente mostra inaugurata agli Uffizi. E ancora un'esclusiva: l'iscrizione individuata solo ora su un elmo etrusco, dopo ben novant'anni dalla scoperta, che ci parla del suo anonimo proprietario. L'articolo su Ksar Ghilane ci porta invece sui confini del Sahara per farci immaginare la vita di una guarnigione di legionari, lenta e tutta uguale nella snervante attesa di un attacco dalle tribù del deserto. Infine, l'intervista su Tucidide a Luciano Canfora, uno dei massimi storici del nostro tempo che ci onoriamo di avere nel Comitato scientifico.» (Piero Pruneti, direttore di "Archeologia Viva")