È ingenua, ma il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. È vulnerabile, ma resiste alla ferocia del suo tempo. È un personaggio letterario magnifico. La voce di Redenta continuerà a risuonare a lungo, dopo che avrete chiuso l’ultima pagina.
Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È così che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?
Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.
Hanno detto de Il valore affettivo:
«L’autrice procede con voce sicura nel dipanare il filo dei ricordi, con autenticità, senso del ritmo e padronanza di tempi».
Viola Ardone
«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell’enigma di un sentimento di colpa senza redenzione».
Corrado Augias
«Una penna che controlla perfettamente trama e personaggi».
Valeria Parrella
Proposto da Elena Stancanelli al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:«È un Noi che regge e scioglie il romanzo di Nicoletta Verna. In un intreccio di folgorante efficacia, la scrittrice consegna passioni e ferocia alla comunità, il paese, il tempo. Non è l’individuo ma il mondo a essere sradicato dalla violenza cieca e irrazionale della guerra. Con una scrittura piena di echi e di luce – c’è la magia di Tonino Guerra, il suo candore e la grazia, in questa lingua ibridata dal dialetto romagnolo – Nicoletta Verna si infila nella tradizione immaginifica di Elsa Morante. Se Redenta, la protagonista, è una Ida Ramunno che, nonostante l’incantamento e la scarogna, riesce a sbaragliare l’orrore, Bruno è una specie di Nino di incontenibile vitalità e coraggio, ma anche sorprendente nella capacità di amare. Intorno a loro si aggira attonita un’umanità piegata dalla fame e dall’angoscia, che arranca dentro quello scandalo. I giorni di Vetro è un romanzo con una voce potente che sa mettersi al servizio di una trama impossibile da dimenticare. Che non molla il lettore fino all’ultima pagina, all’ultima riga, all’ultima frase: “Sono io. Sono viva”. Perché per quanto si precipiti nel buio, da qualche parte c’è sempre una luce e da quella parte, sembra dire Nicoletta Verna, bisogna guardare.»