Perché fingere di aver letto un libro è una faticaccia
«Beh, dai, Guerra e pace è un capolavoro assoluto» … «Sì, certo, ma è ovvio che il libro è meglio del film» … «Ah, Proust dici? Letto tutto. Profondo, eh»
Giunti al termine di questa pagina è arrivato il momento di ammetterlo: far finta di aver letto un libro richiede più impegno che leggerlo davvero. Serve memoria, prontezza di riflessi e una buona dose di sangue freddo per evitare infami domande a trabocchetto (diffidate sempre di chi vi chiede i finali!), sempre con la paura di essere smascherati. Ma, soprattutto, ne vale davvero la pena?
Ecco 5 motivi per cui il bluff non conviene:
1. Verrà il giorno in cui qualcuno ti chiederà dettagli, e tu lì, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre dentro di te frughi disperato nei ricordi della pagina Wikipedia;
2. C’è sempre il rischio di confondere gli autori. “Sì, sì, certo, 1984 di Huxley… ah no, aspetta…”. Silenzio imbarazzante. Reputazione finita;
3. Non puoi mai avere un’opinione autentica, e annuire con aria saggia può funzionare solo fino a un certo punto;
4. Ti perdi il bello della lettura! Sì, perché magari quel libro che eviti da anni è proprio quello che potrebbe cambiarti la vita;
5. Prima o poi qualcuno citerà una scena che non esiste. Basta un momento di distrazione, tu annuisci, e sei finito. “Ah, bellissimo quel capitolo di Delitto e castigo in cui Raskol'nikov apre un chiringuito sulla spiaggia!”. Ops.
E allora, tanto vale prendere coraggio: apri quel classico che rimandi dai tempi del liceo, affronta il mattone con il piglio di un maratoneta, scopri se davvero il libro è meglio del film. Magari ti appassiona. O magari molli alla terza pagina, ma almeno lo sai per certo.
E se proprio non ce la fai… beh, almeno ora hai una lista di scuse più originali da usare