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Bilbo Baggins è un hobbit, non è certo un avventuriero, vive nelle Terre di Mezzo ed è amico di Gandalf, un mago bianco. Proprio questa amicizia lo porterà a vivere un'avventura straordinaria con 13 nani come compagni di viaggio, tra orchi, elfi, aquile, mannari e altri pericoli, per riconquistare il grandissimo tesoro dei nani ora sorvegliato dal potente drago Smog che se n'è impadronito. E lungo la strada incontrerà Gollum ed entrerà in possesso di un anello magico destinato a cambiare la sua vita e la storia futura di queste terre...
Questo libro, con l'aiuto di mappe, non ha bisogno di illustrazioni. È buono e dovrebbe piacere a tutti i bambini tra i 5 e i 9 anni.

Il libro in questione era Lo Hobbit e la valutazione di lettura era di Rayner Unwin, figlio di Stanley Unwin, età anni dieci, che aveva dato un giudizio sulla storia di Tolkien in vista di una pubblicazione. Dietro richiesta del padre, nel 1936, Rayner lesse Lo Hobbit in dattiloscritto e ne scrisse un'entusiastica scheda di lettura. In pagamento ricevette uno scellino: lo scellino meglio speso dall'editore George Allen & Unwin, disse in seguito lo stesso Rayner, poiché portò la casa editrice a pubblicare uno dei suoi massimi successi, che poi ebbe un seguito estremamente popolare nel Signore degli Anelli.
L'opera, corredata dalle illustrazioni dello stesso Tolkien, pittore dilettante, fu pubblicata nel 1937.

RIASSUNTO - TRAMA - PERSONAGGI - SINOSSI - STORIA – CAPITOLI

UNA RIUNIONE INASPETTATA
Bilbo Baggins è un hobbit. Nella Terra di Mezzo, tra colline verdeggianti, pascoli, fiumi e boschetti, in una zona nota come la Contea e in case scavate nelle colline vive il popolo degli hobbit. Sono alti circa metà di un uomo adulto, timidi, riservati e amano rimanere a casa propria. Hanno gambe corte, sono robusti, amano mangiare abbondantemente, sono dotati di piedi pelosi con una pianta dura come il cuoio. Una dote importante per loro è la rispettabilità, cioè l'essere sensati, riflessivi, lucidi, abbienti, assolutamente prevedibili.
Così è Bilbo quando Gandalf, il Mago, giunge improvvisamente nella sua casa alla ricerca di "qualcuno con cui condividere un'avventura". Naturalmente Bilbo rifiuta immediatamente ogni coinvolgimento, ma ben presto la sua casa si riempie di nani, al seguito di Gandalf, che si dimostrano già convinti che Bilbo si unirà a loro nella difficile impresa di recuperare un tesoro custodito dentro le gallerie della Montagna Solitaria dove vivevano un tempo i loro avi e sconfiggere il temibile drago Smog che ora lo possiede. La presenza di Bilbo, secondo Gandalf, sarà indispensabile: un vero Scassinatore che dimostrerà agli scettici nani le sue doti. Uno dei nani è Thorin, nipote del Re sotto la Montagna, gli altri sono valorosi compagni Fili, Kili, Balin, Dwalin, Bifur, Bofur, Bombur, Gloin, Oin, Nori, Dori, Ori. Bilbo non è affatto convinto di voler far parte della compagnia.

ABBACCHIO ARROSTO
I nani passano la notte nella grande casa di Bilbo, ma al mattino quando si sveglia non ci sono più. In compenso trova una lettera in cui Thorin lo avvisa che tutti lo aspettano alle 11 alla locanda del Drago Verde per la partenza. Trascinato fuori di casa da Gandalf senza nemmeno avere il tempo di fare i bagagli, Bilbo - senza neppure un fazzoletto! - si trova invischiato nella faccenda suo malgrado. Superate le terre degli hobbit, i viaggiatori - muniti di una mappa - si accampano per la notte. Quando vedono un fuoco in lontananza chiedono allo Scassinatore Bilbo di andare a vedere di cosa si tratti. Sono i troll Berto, Maso e Guglelmo. Bilbo, che tenta di passare inosservato, viene visto dai troll e catturato. Il frastuono fa accorrere anche i nani che vengono man mano fatti prigionieri. I troll decidono di mangiarseli tutti, ma nel frattempo Gandalf, allontanatosi momentaneamente, ritorna e pronuncia la frase magica "l'alba vi prenda tutti e sia di pietra per voi!" proprio nel momento in cui appariva la prima luce dell'alba dietro la collina. I troll vengono mutati in pietra. Bilbo e i nani sono liberati, anche se piuttosto malconci. Giunti all'abitazione dei troll, si appropriano delle loro riserve e delle loro spade - antichissime spade elfiche -, che serviranno per il lungo viaggio che li attende.

UN BREVE RIPOSO
La compagnia procede verso la valle di Forraspaccata, dove Elrond vive nell'Ultima Casa Accogliente accanto agli amici elfi. "Nei giorni in cui si svolge la nostra storia c'erano ancora delle persone che avevano per antenati sia gli elfi sia gli eroi del Nord, e Elrond era il loro capo". I nostri soggiornano brevemente da Elrond e scoprono da lui alcuni segreti sulle rune. Poi partono in direzione delle Montagne nebbiose.

IN SALITA E IN DISCESA
Giunti sulle Montagne, il cammino della compagnia e dei loro pony diventa difficile. Sul far della notte è necessario trovare un rifugio e Fili e Kili, dotati di acutissima vista, scoprono una caverna asciutta. Ma nella notte si apre una crepa nella grotta da cui entrano moltissimi orchi che catturano pony, nani e Bilbo. Solo Gandalf, avvertito dall'urlo di Bilbo, riesce a scampare alla cattura. "Gli orchi sono creatura malvage e crudeli. Non fanno cose belle, ma fanno cose ingegnose". Hanno armi come asce, spade, pugnali, tenaglie e strumenti di tortura. E odiano particolarmente i nani. La compagnia viene portata davanti al Grande Orco, che, scoperte le spade in loro possesso, li condanna a morte. Ma interviene improvvisamente Gandalf che riesce a uccidere il Grande Orco. Tentano di scappare inseguiti dagli altri orchi nelle gallerie della Montagna. Thorin viene agguantato nel buio alle spalle e cade e Bilbo rotolando con lui, batte la testa e sviene.

INDOVINELLI NELL'OSCURITÀ
Quando Bilbo riapre gli occhi si trova completamente al buio e solo. Avanza carponi nel tunnel e a un tratto trova un anello, che mette in tasca quasi senza pensarci. "Bilbo era a un punto cruciale della sua carriera, ma non lo sapeva".
Continua ad avanzare nel lungo tunnel fino a un punto dove si trova una pozza d'acqua. "Qui, nel profondo, presso l'acqua scura, viveva il vecchio Gollum, un essere piccolo e viscido". Inizia un lungo dialogo tra i due che sfocia in un duello a suon di indovinelli. Se vincerà Bilbo, Gollum dovrà mostrargli la strada per uscire da lì, viceversa Gollum potrà mangiare Bilbo... Alla fine la vittoria giunge quasi inaspettata quando Bilbo, dopo aver risolto e immaginato molti indovinelli complessi, semplicemente chiede a Gollum "Che cos'ho in tasca?". Lui non riesce a indovinare che nella tasca di Bilbo c'è proprio il suo "tesoro", un anello magico che rende invisibili e che Gollum possiede da molto tempo ("mi fu dato per il mio compleanno, il mio tesoro, tesoro mio. Questo era quello che si era sempre detto. Ma chi sa in che modo Gollum era entrato in possesso di quel regalo, tanto tempo addietro, ai vecchi tempi in cui anelli come questo erano ancora diffusi nel mondo?"). Quando Gollum si accorge di aver smarrito il suo tesoro capisce anche che in tasca Bilbo ha proprio il suo anello. E gli balza addosso. Bilbo infila l'anello e scopre così che davvero ha la capacità di rendere invisibili. In questo modo Gollum non riesce ad afferrarlo. Gollum per cercare di catturarlo si avvia lungo il tunnel verso l'uscita. Saltando abilmente sopra di lui, Biblo riesce a imboccare un altro tunnel verso l'uscita e si lascia l'inferocito Gollum alle spalle. Ma la paura non è finita. Adesso è la volta degli orchi che gli sbarrano la strada verso la libertà. Immediatamente Bilbo infila l'anello e scompare alla loro vista. Infilandosi nella piccola fessura del portone socchiuso Bilbo riesce a sfuggire agli orchi, lasciandosi alle spalle i bottoni del suo panciotto.

DALLA PADELLA NELLA BRACE
"Bilbo era sfuggito agli orchi, ma non sapeva dove si trovava. Aveva perso cappuccio, mantello, cibo, pony, bottoni e amici." È giunto dall'altra parte delle Montagne Nebbiose, al confine della Terra Remota. Sente delle voci: sono i nani e Gandalf che parlano di lui! Bilbo si fa aventi e racconta le sue avventure, ma senza parlare dell'anello, così la sua impresa appare ancor più miracolosa. "Se, nonostante le parole di Gandalf, avevano ancora dei dubbi che egli fosse uno scassinatore di prim'ordine, questi dubbi svanirono". La compagnia riprende il viaggio, ma scesa la notte arrivano i lupi malvagi (Mannari Selvaggi) che vivono all'ombra delle montagne infestate dagli orchi, ai limiti dell'Ignoto. Tutti si arrampicano sugli alberi per mettersi in salvo. Nel frattempo arrivano ancora lupi e il loro capo. Gandalf capisce il loro linguaggio e scopre che stanno aspettando gli orchi per organizzare uan grande scorreria contro i villaggi degli uomini che vivono ai margini dei boschi. Gandalf decide di intervenire e lancia pigne infuocate magiche contro i lupi che temono il fuoco. Il gran baccano generale arriva alle orecchie del Signore delle Aquile delle Montagne Nebbiose che con le altre aquile, che non amano e non temono gli orchi, vola verso il bosco. Proprio mentre tra lupi, orchi e fiamme, i nostri sembrano avere la peggio. Le grandi aquile li afferrano dalle cime degli alberi e li portano in salvo nei loro nidi.

STRANI ALLOGGI
Le aquile, trascorsa la notte, portano a valle i nani e lo hobbit. Gandalf annuncia loro che deve andare via, non prima però di averli condotti da una persona speciale. Tutti sono sconfortati, ma il cammino deve proseguire. Arrivano da Beorn, un omone dalla fitta barba nera, poco cordiale e ancor meno ospitale che vive al limitare di Bosco Atro. Gandalf, con un abile stratagemma, cioè mostrando i suoi compagni poco per volta mentre racconta le loro gesta contro Mannari e orchi, riesce a farli ospitare tutti a casa sua per mangiare, dormire e riprendere le forze. Nella notte si sente un gran rumore che sembra un vero pericolo. Scoprono solo dopo che si tratta di raduno di grandi orsi e che Beorn non è solo un omone... Ripartono con cibo, nuovi pony e un cavallo per Gandalf. Giunti a Bosco Atro dopo un lungo cammino, devono rimandare indietro i pony e salutare Gandalf, che li lascia con la raccomandazione di attraversare il bosco senza lasciare il sentiero.

MOSCHE E RAGNI
"Non ci volle molto perché cominciassero a odiare la foresta con tutto il cuore, così come avevano odiato i tunnel degli orchi". Dopo parecchio cammino si trovano a dover attraversare un rivo incantato. Beorn li aveva avvisati fortunatamente di non bere quell'acqua. Riescono ad attraversarlo incolumi, ma Bombur scivola nell'acqua e cade addormentato. Il cammino deve proseguire con il peso di Bombur dormiente sulle spalle. Per vari motivi non si accorgono di essere ai margini della foresta e proseguono stancamente il cammino. Luci e suoni appaiono nella notte, con profumi di banchetti ma scompaiono appena i nani e Bilbo si avvicinano, allontanandosi così dal sentiero. Tutti hanno fame e la disperazione avanza. Bilbo a un certo punto si ritrova solo. Riesce e sconfiggere e uccidere un ragno gigante che cerca di catturarlo, ma scopre che nel frattempo i nani sono stati sconfitti da altri ragni e imprigionati nelle loro tele. Bilbo riesce, grazie all'anello e alla sua abilità nel tirare pietre, a distrarre i ragni e a liberare Fili, poi Kili, Bifur, Bofur, Dori e Nori, tutti indolenziti e avvelenati. Insieme affrontano i nani e Bilbo non può fare a meno di metterli a parte del suo segreto: l'anello magico. Scomparendo e provocandoli riesce a tener testa ai ragni per un po', ma la battaglia è vinta solo perché tutti arrivano al limitare di un cerchio dove c'erano stati dei fuochi elfici, dove aleggia una magia buona non gradita ai ragni. Alla fine tutti sono salvi, ma manca Thorin. Ben presto si scopre che sono stati gli Elfi Silvani a portarlo via e imprigionarlo. Tra nani ed elfi non corre proprio bun sangue.

LA BOTTE PIENA, LA GUARDIA UBRIACA
Gli Elfi Silvani catturano anche gli altri nani, stremati per la fame e le torture dei ragni. Bilbo, infilato l'anello, riesce a sfuggire, seguendo i suoi compagni di nascosto e vivendo negli angoli oscuri dei cunicoli sotterranei in cui i compagni sono tenuti prigionieri. Bilbo riesce a far comunicare tutti i nani e a scoprire che anche Thorin si trova in quelle segrete. Nel suo curiosare qui e là Bilbo scopre che c'è un'altra uscita della caverna: un fiume sotterraneo accessibile da una chiusa in cui vengono gettati i barili di vino vuoti. La fortuna è dalla sua: una sera il capo delle guardie e il maggiordomo del re prima di gettare le botti nella chiusa assaggiano il vino delizioso appena arrivato e si ubriacano. Bilbo ruba velocemente le chiavi delle celle, libera i nani, li infila nelle botti vuote - non quelle del vino, ma quelle di burro, mele, ecc. - e chiude, appena in tempo per non essere scoperto da un gruppo di elfi in arrivo. Le botti vengono gettate nel fiume e Bilbo si mette sopra una di esse. I barili si fermano sulle sponde del fiume nel punto in cui diversi elfi li attendono sulla riva e li trascinano con pertiche verso la meta prevista.

UN'ACCOGLIENZA CALOROSA
Bilbo e i barili con i nani navigano verso la Montagna, ultima meta del loro viaggio, fin dove il Fiume Selva si getta nel Lago Lungo. Approdano con gli elfi sulle sponde dove sorge la città di Pontelagolungo. Gli elfi abbandonano il loro carico a riva e si dirigono verso la città a far bisboccia. Così Bilbo può finalmente liberare i suoi compagni. Thorin decide di rivolgersi al Governatore della città. "Io sono Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thoror Re sotto la Montagna! Io ritorno!". Pur avendo scoperto che si tratta dei prigionieri sfuggiti al Re degli Elfi, il Governatore non può far nulla contro di loro, perché la leggende vuole che sarà proprio il Re della Montagna ritornato a rendere felici quelle terre. La popolazione di uomini accoglie i nani e Bilbo con entusiasmo. E dopo quindici giorni li rifornisce di beni e pony per il viaggio verso la Montagna per uccidere Smog e riavere il tesoro nemico perduto.

SULLA SOGLIA
Il viaggio verso la Montagna è faticoso, silenzioso e furtivo. La paura e la tristezza dominano nuovamente la compagnia. Il paesaggio è desolato e le pendici verdeggianti che ricordava Thorin, con la vallate di Dale, sono diventate grigie e spoglie. La Porta Principale per entrare nei cunicoli e le caverne dove Smog ora vive è lì, ma i nani devono trovare quella segreta. Stabiliscono un accampamento e poi partono alla ricerca di quel passaggio nascosto. Bilbo lo scopre e grazie alla chiave che Thorin ha portato con la mappa, aprono la porta segreta che si spalanca sull'oscurità profonda.

NOTIZIE DAL'INTERNO
Thorin si rivolge a Bilbo e dice: "Ora è arrivato il momento per il nostro egregio signor Baggins, che si è dimostrato un buon compagno lungo tutto il nostro cammino, di adempiere al compito in grazia del quale egli è stato incluso nella nostra Compagnia; ora è arrivato il momento di guadagnarsi la sua Ricompensa". Da solo Bilbo si avvia nel cunicolo verso la sala dove presumibilmente troverà il tesoro e Smog. Dal fondo del tunnel arriva un bagliore... Il bagliore di Smog!
"Un drago enorme colo oro rosso lì giaceva profondamente addormentato, e dalle sue fauci e dalle froge provenivano un rumore sordo e sbuffi di fumo, perché, nel sonno, basse erano le fiamme. Sotto di lui, sotto le sue membra e la grossa coda avvolta in spire, e intorno a lui, da ogni parte sul pavimento invisibile, giacevano mucchi innumerevoli di cosa preziose".
Bilbo afferra una grande coppa d'oro, per portarla agli amici, e risale in fretta, temendo di essere scoperto. Smog dorme, ma quando si sveglia si accorge che la coppa è sparita. Il suo unico pensiero è dare la caccia al ladro. Smog esce a si leva in volo fiammeggiando. Intanto Bilbo e i nani devono mettersi in salvo e salvare anche Bombur e Bofur, lasciati a valle con i pony. Con le corde fanno velocemente arrampirace i due nani, ma non riescono a salvare i pony, inceneriti da Smog. La compagnia si ripara all'interno e Smog non riesce a vederli e torna nella sua caverna. Bilbo si offre di andare a parlare con il drago per scoprirne le intenzioni, supportato dal suo anello magico. Smog ne sente l'odore ma non vedendolo non può colpirlo. La conversazione ruota attorno al tesoro e ai nani, che Smog suggerisce a Bilbo di non frequentare perché infingardi, riuscendo almeno un po' a insinuare un dubbio nell'animo dell'hobbit. Mentre la conversazione prende una piega sempre più pericolosa, Bilbo riesce e vedere il punto debole del drago, in un incavo della corazza dalla parte sinistra del petto "nudo come una lumaca fuori dal guscio!". Uscito dalla caverna, mentre parla con i nani Bilbo si accorge dei tordi che ascoltano in silenzio. Bilbo si accorge di aver detto qualcosa di troppo al drago, che può collegare lui, i nani e la gente di Pontelagolungo. L'impresa di recuperare il tesoro e uccidere Smog sembra davvero impossibile. Thorin esprime il desiderio particolare di riprendere l'Archepietra, una gemme scintillante, un globo dalle mille facce splendente. Ma Bilbo lo ascolta solo a metà. Capisce che il drago è in agguato e grida ai nani di chiudere subito la porta segreta rimasta aperta, chiudendosi dentro la Montagna, ma evitando così che il drago, arrivato di soppiatto nel buio, trovasse l'entrata segreta. Esasperato Smog, dopo essersi scagliato contro la Montagna, si leva in volo in una nube di fuoco verso Fiume Fluente.

ERA QUESTA LA NOSTRA CASA?
I nani e Bilbo si trovano intrappolati nella Montagna. La porta è bloccata. Devono per forza dirigersi verso la caverna di Smog, che nel frattempo non è lì. Biblo entra per primo e, trovata l'Archepietra, se la mette in tasca di nascosto. Dopo aver osservato un po' il tesoro e la sale, i nani si avviano verso l'uscita principale attraversando sale, stanze e corridoi che erano stat dei loro avi. Usciti dalla caverna, al freddo, tutti devono fuggire in fretta verso Collecorvo, per non farsi trovare da Smog. Ma intanto lui dov'è?

ACQUA E FUOCO
Nel frattempo a Pontelagolungo vedono i bagliori del drago in lontananza e poi si accorgono che Smog sta venendo verso di loro. Il fuoco li colpisce e incendia le case, uomini, donne e bambini fuggono verso l'acqua. Una residua compagnia di arcieri capitanata da Bard, lontano discendente di Girion, il Signore di Dale, resiste con le ultime frecce. Proprio alla fine arriva sulla spalla di Bard un tordo che gli suggerisce di scagliare l'ultima freccia puntando alla macchia scoperta sulla parte sinistra del petto, come ha scoperto Bilbo. Bard riesce a uccidere Smog. Il popolo vorrebbe Bard come nuovo re di Esgaroth, la terra di Pontelagolungo, ma il Governatore riesce con le sue parole a far dimenticare questa volontà e scatenare ogni ira contro Thorin, colpevole di aver risvegliato la furia del drago. Bard assume comunque il comando della città distrutta e del popolo ferito, chiedendo aiuto al re degli Elfi. Gli elfi aiutano Bard e il suo popolo e poi insieme marciano a nord verso la Montagna, per raggiungere i nani e il tesoro. E così dopo 11 giorni dalla rovina della città l'avanguardia delle loro schiere passa dalla strettoia delle rocce all'estremità del lago e giunge alle Terre Desolate.

LE NUVOLE SI ADDENSANO...
Dal loro riparo i nani e Bilbo pensano al da farsi e si accorgono che gli uccelli stanno cercando di comunicare loro qualcosa. In particolare il solito tordo, che non capiscono, e un anziano corvo imperiale, il cui linguaggio era comprensibile. Il corvo li avvisa della morte di Smog e dell'arrivo dell'esercito degli elfi e degli uomini, alla ricerca del bottino e di un risarcimento per la distruzione della città. Il corvo suggerisce loro di fidarsi di Bard e di dividere con loro il tesoro. Ma Thorin si dice contrario e chiede al corvo Roac figlio di Carc di mandare messaggeri ai nani delle montagne settentrionali per chiedere il loro sostegno. I giorni seguenti servono per fortificare gallerie ed entrate in attesa dell'esercito, mentre i corvi li tengono al corrente dell'avanzare delle truppe. Bilbo non gradisce questa situazione e vorrebbe essere altrove. Non condivide la scelta di Thorin di non parlamentare e di non cedere parte del tesoro.

UN LADRO NELLA NOTTE
Bilbo decide di agire. Trova il modo di uscire non visto (grazie all'anello) dalle grotte della Montagna mentre Bombur è di guardia alla porta, offrendosi di sostituirlo per un po'. Scende nell'accampamento dell'esercito - dove nel frattempo è arrivato anche Gandalf - e offre una soluzione a una possibile e sanguinosa battaglia. Offre a Bard l'unica cosa che Thorin vuole più di ogni altra: l'Archepietra di Thrain. "Questa è l'Archepietra di Thrain, il Cuore della Montagna; ed è anche il cuore di Thorin Scudodiquercia. Egli la valuta più di un fiume d'oro. Io la do a voi. Vi sarà d'aiuto nelle vostre trattative". Poi Bilbo, malgrado le offerte di ospitalità, torna alla Montagna dai nani, dove nessuno si è accorto della sua assenza.

... E SCOPPIA IL TEMPORALE
Bard torna per parlamentare con Thorin offrendogli l'Archepietra in cambio di quello che spetta a loro e agli elfi. Thorin si domanda chi possa aver dato loro la gemma e Bilbo ammette di essere stato lui, per dirimere la questione. Thorin offre la quattordicesima parte del tesoro (quella che spettava a Bilbo) in cambio dell'Archepietra, ma scaccia Bilbo e se la prende anche con Gandalf. I nani comunque non escono dalla caverna perché aspettano i loro compagni del popolo di Dain. Quando questi arrivano si fronteggiano con Bard e gli elfi, ma nel frattempo interviene Gandalf: "Fermi! il terrore è calato su tutti voi! Gli orchi sono su di voi! Sta arrivando Bolg dal Nord, o Dain! il cui padre ammazzasti a Moria. I pipistrelli sono sopra al suo esercito come una marea di cavallette. Ed essi montano i lupi, e i Mannari sono al loro seguito!". Così inizia una battaglia inattesa e tremenda che viene chiamata la Battaglia dei Cinque Eserciti. Da una parte Orchi e Lupi selvaggi e dall'altra Elfi, Uomini e Nani. E proprio mentre sembra volgere al peggio per i nostri eroi (compreso Thorin e i suoi che si sono molto distinti per coraggio e lealtà) ecco arrivare un aiuto inatteso: le aquile!

IL VIAGGIO DI RITORNO
Bilbo si risveglia (ha ricevuto una gran botta in testa malgrado abbia usato l'anello dell'invisibilità) e scopre che è tutto finito e che la vittoria è loro. Però purtroppo Thorin è stato ferito a morte. Fa appena in tempo a salutarlo e riappacificarsi con lui, che Thorin muore. Bilbo apprende che la fine della battaglia non è stata solo merito delle aquile, ma anche di Beorn venuto da solo in forma di orso gigantesco spazzando via ogni orco e lupo sulla sua strada e uccidendo Bolg. L'Archepietra viene seppellita insieme Montagna. Dain prende lì dimora e distribuisce con accortezza il tesoro. Bilbo prende due cassette che un pony può trasportare: una piena d'oro e l'altra d'argento. I nani e l'hobbit si salutano, non senza promettere di rivedersi e Bilbo riparte verso casa con gli elfi e Gandalf. Salutati gli elfi, Gandalf e Bilbo soggiornano un po' a casa di Beorn e il primo maggio arrivano finalmente sull'orlo della valle di Forraspaccata.

L'ULTIMA TAPPA
Gandalf e Bilbo si fermano un po' anche da Elrond, poi ripartono verso la Collina. Arrivato a casa Bilbo scopre che, essendo stata dichiarata la sua morte presunta, è in pieno svolgimento una vendita all'asta dei suoi beni e della sua casa, ambita dai cugini Sackville-Baggins. Per Bilbo sarà un'impresa recuperare tutto ciò che è già stato venduto. Inoltre scopre che oltre ai suoi beni (tra cui i cucchiaini) ha perso la reputazione e non è più rispettabile, ma considerato un essere "stravagante", con l'eccezione dei suoi nipoti e nipotine dalla parte Tuc. Oro e argenti li usa per fare regali e l'anello lo tiene nascosto a tutti. Anni dopo arrivano Gandalf e Balin a fargli visita, dandogli notizie della Montagna dove tutto va bene. Bard ha ricostruito la città di Dale e Pontelagolungo è ricca e prospera. Elfi, nani e uomini vanno finalmente d'accordo e gli orchi non si sono più fatti vedere.

Fonte: Wuz.it

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