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Victor Hugo

L'uomo che ride

Riassunto

Considerato fra i romanzi più "tipici" di Hugo e della sua narrativa, narra le vicende - ambientate in un'Inghilterra settecentesca, cupa e livida - di due orfani, allevati da un'originale figura di filosofo/girovago.

Una notte di gennaio dell'anno 1690, alcuni uomini abbandonano un bambino di dieci anni sulla costa inglese, vicino alla cittadina di Portland. Sebbene la burrasca consiglierebbe di riparare in un porto e non prendere il mare aperto, gli uomini a bordo, consapevoli della loro sorte, decidono di salpare. La nave va rapidamente incontro a un naufragio. Prima di morire, gli uomini decidono di affidare ad un messaggio contenuto in una bottiglia il terribile segreto di cui sono portatori. Nel mentre, il bambino sconvolto e affamato, vaga nella tempesta dirigendosi verso un filo di fumo che è riuscito a intravvedere in lontananza. Nella sua marcia s'imbatte nel cadavere di una donna morta di freddo che, semisepolta dalla neve, tiene in grembo una neonata. La bimba è ancora viva. Il bambino si prende con sé la piccina e le fa scudo dal freddo con la sua camicia. I due giungono alla casa su ruote di Ursus. Questi, che accoglie e nutre i due piccoli, è un personaggio peculiare: vagabondo, filosofo, poeta e medico, divide pasti e dimora col suo lupo addomesticato Homo. A bordo di una piccola baracca su ruote, Ursus e Homo girano la Gran Bretagna. È attraverso le parole di Ursus che veniamo a conoscenza di una deformità del bambino e della cecità della neonata.

Con un ellissi temporale, l’azione si sposta a questo punto in avanti di 15 anni. Il bambino è ora diventato un uomo di 25 anni. Si chiama Gwynplaine. La deformità cui Ursus aveva fatto cenno solo velatamente, si rivela essere una deformazione del viso. Un rictus, una specie di ghigno conferisce al volto di Gwynplaine l'espressione di una perenne risata. La trovatella cieca, chiamata Dea dal padre adottivo dei due, adesso ha sedici anni. I tre tirano a campare allestendo e rappresentando piccoli spettacoli nei vari villaggi che attraversano nel loro vagabondare. Durante una di queste rappresentazioni, a Londra, la duchessa Josiane, malvagia sorellastra della regina Anna, s'innamora di Gwynplaine. È un funzionario che una mattina si presenta a prelevare Gwynplaine, e lo condurrà in una prigione. Il giovane viene portato al cospetto di un torturato a morte, che riconosce in lui il bambino che 23 anni prima aveva sfregiato. Subito dopo, viene letta a Gwynplaine la pergamena che era stata scritta dagli uomini che lo avevano abbandonato. Qui viene rivelato, a noi e a Gwynplaine, che egli è in realtà il figlio legittimo di Lord Linnaeus Clancharlie, pari d'Inghilterra. Questi, fedele al giuramento prestato alla repubblica instaurata da Oliver Cromwell, si era esiliato in Svizzera di sua propria volontà, e qui era morto nel 1682. Subito dopo l'allora re Giacomo II ne aveva fatto rapire l'unico figlio legittimo, di nome Fermain, e lo aveva venduto ad una banda di malfattori e trafficanti di bambini, con l'ordine di renderlo irriconoscibile. Saputo tutto ciò, Gwynplaine riacquista il titolo nobiliare cui ha diritto per nascita, e diventa così Lord Fermain Clancharlie. Inoltre, è promesso sposo della duchessa Josiane.

Il giorno successivo viene condotto alla camera dei Lord, dove avràò luogo l'investitura ufficiale; ma dopo aver preso la parola e aver duramente attaccato l'aristocrazia tutta per l'indifferenza mostrata nei confronti di un popolo ridotto in miseria, egli viene deriso dall'assemblea. Sentendosi estraneo a quel mondo, Gwynplaine decide così di tornare da Ursus e da Dea senza sapere che i due, assieme ad Homo, sono stati allontanati dall'Inghilterra e sono in procinto di salpare verso il continente. Non trovandoli nel luogo in cui li aveva lasciati il giovane, disperato, vaga per le vie di Londra fino a quando, guidato dal lupo che ha nel frattempo incontrato casualmente, li raggiunge sulla nave in partenza. Qui può riabbracciare i suoi amici, ma Dea, molto indebolita, morirà poco dopo. Gwynplaine a questo punto decide di lasciarsi annegare nelle acque della Manica.
«La notte era fitta e sorda, l'acqua era profonda. S'inabissò. Scomparve con una cupa calma. Nessuno vide né udì nulla. La nave continuò a navigare e il fiume a scorrere»

Fonte: Wuz.it

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