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Elio Vittorini

Il Garofano rosso

Riassunto

Ambientato nella Sicilia del 1924, nella scia dell'impressione destata dal delitto Matteotti, il romanzo ha per protagonista un liceale di sedici anni, Alessio Mainardi, che condivide passione politica e avventure di vita con l’amico Tarquinio, studente di due anni maggiore. Li accomunano, fra l'altro, un'inquietudine adolescenziale, il desiderio di entrare nella vita degli adulti, una sfocata volontà di rivolta che li porta ad aderire al fascismo come movimento "rivoluzionario e antiborghese", che solo può rovesciare la vecchia società e le sue ipocrisie partendo dal profondo.

In realtà, si tratta di una condizione ambigua nella quale vive molta parte della gioventù dell'epoca. Un'ambigua adesione (o perlomeno apertura) simultanea a socialismo e fascismo nello stesso tempo. Ma il fascismo ne saprò trarre vantaggio, consolidando la sua posizione proprio grazie alle adesioni raccolte fra le fila dei socialisti di un tempo. Alessio discute con Tarquinio della marcia su Roma, e allo stesso tempo annovera tra i suoi "fari" Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. All'avventura politica si aggiunge ben presto quella sentimentale. Alessio riceve da Giovanna, studentessa diciottenne, un garofano rosso, che subito assurge a simbolo dell'amore della ragazza. La quale, dopo un bacio fuggevole, rimarrà sempre distante e indifferente, continuando a vivere in una dimensione ideale solo nei pensieri del protagonista.

Bocciato per aver preso parte all'occupazione della scuola, Alessio torna tristemente al paese d'origine in occasione delle vacanze estive. ll soggiorno in famiglia, anche se occasione di una rievocazione dei tempi e dei luoghi più cari dell'infanzia, sancisce il definitivo rifiuto di un mondo opprimente e borghese. L'incontro con la madre e con il padre - il quale ha rinnegato in gioventù i propri ideali socialisti per diventare padrone di una fornace - fa intuire ad Alessio come sia definitivamente tramontata la possibilità di vivere accanto a loro. Il ragazzo è invece affascinato dalla vita degli operai che lavorano alla fornace. Dalle sue riflessioni, ancora ingenue e confuse, scaturisce un'idea mitica dell'operaio e della sua esistenza, idealizzata come libera, spontanea, senza vincoli.

Tornato in città per sostenere gli esami, Alessio ritrova Tarquinio, ma il loro rapporto appare subito mutato; Tarquinio non è più lo stesso; i suoi atteggiamenti, forzatamente adulti, si frappongono fra i due amici di un tempo, arrivando persino ad accendere fra loro una certa rivalità. Per Alessio ha inizio una nuova esperienza amorosa, dalla quale uscirà trasformato. È l'incontro con Zobeida, una prostituta affascinante e misteriosa. a breve ma intensa relazione che intreccerà con lei, divengono per il giovane ricerca di "qualcosa di intenso e di diverso". Il ricordo di Giovanna sbiadisce, mentre l'amore per Zobeida è concreto e sensuale. Ma la loro storia si conclude improvvisamente e, versando in uno stato di vuoto interiore, Alessio ritrova i vecchi compagni di scuola e l'amico Tarquinio al seguito del funerale di una giovane studentessa suicida.

Il fatto sconvolgente li trova tutti riuniti ad ascoltare il discorso del "ragazzino senza nome": la sua critica mossa alla società e alla falsa morale borghese, la proposta di un "codice d’amore" capace di regolare in modo nuovo i rapporti umani, rispecchiano ancora una volta le aspirazioni "confuse e generose" della gioventù del tempo. Scritto nel biennio 1933-1934, il romanzo apparve da principio in otto puntate sulla rivista fiorentina "Solaria". Il numero che ne conteneva la sesta puntata venne sequestrato, mentre la puntata successiva fu sottoposta a pesanti interventi da parte della censura fascista, che successivamente bloccò l'uscita del romanzo nel 1938. Dopo dieci anni dall'originaria stesura, l'opera uscì in volume con un'importante prefazione in cui l'autore, analizzando criticamente il romanzo, ne ammetteva i numerosi limiti, riconoscendone però ancora il valore documentario "nel contributo che può dare a una storia d'Italia sotto il fascismo e ad una caratterizzazione dell'attrattiva che un movimento fascista in generale, attraverso malintesi spontanei o procurati, può esercitare sui giovani".

Romanzo del primo Vittorini, scritto ancora in parte "guardando all'indietro", ll Garofano rosso risente del profondo mutamento avvenuto nell'autore dopo il viaggio a Milano nel 1933, del suo diverso modo di essere nella realtà, di un nuovo disordine che penetra anche nel libro, discontinuo e composito, nel quale il Vittorini più maturo, ancora troppo vincolato alla tradizione naturalistica, coglie i dati espliciti della realtà ma non la penetra a fondo, non sa essere musica e afferrarne anche gli elementi in via di formazione.

Nonostante il precoce distacco dell'autore dal Garofano rosso, il romanzo contiene l'anticipazione di alcuni temi che matureranno poi in Conversazione in Sicilia e rappresenta una tappa della graduale scoperta, soprattutto sul piano politico, del vero volto del fascismo costituendo, nello stesso tempo, una prima apertura in campo culturale a nuove esperienze poetiche che sfoceranno nel grandissimo interesse per la narrativa americana.

Fonte: Wuz.it

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