Nel paese delle ultime cose

Paul Auster
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Traduttore: Monica Sperandini
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
Codice EAN: 9788806239176
Anno edizione: 2018
Anno pubblicazione: 2018
Dati: 170 p.
Disponibile anche in eBook a € 6,99

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Descrizione

Le tappe di un viaggio infernale con i suoi moderni dannati.

Anna Blume era partita alla ricerca del fratello giornalista, scomparso senza lasciare traccia durante un reportage, ed è approdata nel Paese delle ultime cose: ormai per lei e per tutti non c'è piú possibilità di salvezza, di fuga. La definitiva catastrofe si è compiuta ma nonostante tutto Anna resiste e si aggrappa a tutte le sue forze per sopravvivere salvando in qualche luogo della sua coscienza una traccia di irrinunciabile umanità, una testimonianza di amicizia, persino d'amore. E con essa la voglia di raccontare e conservare la memoria di quanto accaduto affinché anche gli altri sappiano. Con evidenti richiami alla letteratura fantastica, al noir, ma anche appellandosi alla nostra storia recente, Nel paese delle ultime cose è un tour de force crudo e affascinante che rivela via via la sua intenzione provocatoria: scrivere il romanzo del ventesimo secolo, le tappe di un viaggio infernale con i suoi moderni dannati.

RECENSIONI

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ElenaM, 01 giugno 2021
Una citazione da Hawthorne ci introduce al “paese delle ultime cose”, il mondo distopico immaginato da Paul Auster: “Passando attraverso il cancello dei sogni, ho visitato quella regione della Terra nella quale si trova la famosa Città della Distruzione”. Ma questo non è un sogno quanto un incubo, e se l’Utopia descritta da Thomas More è il “regno che non è in alcun luogo”, una società ideale da sogno, il paese delle ultime cose è un paese in cui tutto viene distrutto, l’individuo, la dignità personale, la speranza, i valori. Tutto scompare nel paese delle ultime cose così velocemente che non se ne riesce neppure a parlare. Guardi una cosa, ti giri un attimo, ti volti di nuovo e la cosa non c’è più. Neppure i pensieri durano. La gente è così magra che può essere spazzata via da un turbine di vento, come le anime dell’Inferno dantesco. Non nascono bambini nella Città della Distruzione, si muore soltanto, anzi si cerca la morte. Anche la pietà è morta. E’ in questo luogo che la diciannovenne Anna Blume arriva, alla ricerca del fratello giornalista, scomparso. E il romanzo viene presentato come il diario di Anna, novello Robinson che cerca di sopravvivere ma non costruisce niente attorno a sé, anzi assiste alla distruzione di tutto, rivivendo tutti gli orrori della storia dell’umanità che Auster ripropone usando una lente per distorcere le immagini come Swift e l’amara satira di Orwell. Così Anna incontra degli ebrei sopravvissuti allo sterminio, e lei, Anna, non si chiama forse Blume come il Leopold Bloom di Ulisse? L’Ebreo Errante, come lei. Ironia di chiamarsi con un nome che significa “Fiore in boccio” nella Città della Distruzione. O Anna, il nome che non ha inizio e non ha fine, uguale in qualunque senso lo si scriva.